Michele De Lucchi, famoso architetto e designer italiano, dopo essere stato fra gli anni Settanta e Ottanta fra i principali innovatori del disegno industriale radicale, fortemente connotato in senso metaforico, è poi diventato l’esponente di un design domestico più rassicurante, alla ricerca di nuovi linguaggi legati a un ritrovato rapporto fra l’uomo e la tecnologia.

Michele De Lucchi si laurea in Architettura a Firenze, dove entra in contatto con il design radicale, che aveva avuto origine dall’esperienza di alcuni giovani designer di “opposizione”, che, in linea con le lotte politiche e studentesche della fine degli anni Sessanta, cercavano di emergere attraverso la progettazione di oggetti ironici ed eccentrici nei linguaggi e nelle forme ed innovativi nelle funzioni d’uso, in aperta opposizione alla produzione del design razionalista, all’epoca molto in voga.

Negli anni Settanta fonda insieme a Piero Brombin, Piera Bertolami, Gaetano Pesce, Boris Pastavicchio e Valerio Tridenti il gruppo Cavart, attivo a Padova fra il 1973 ed il 1976. Il gruppo progettava soprattutto architetture stralunate e si cimentava nella realizzazione di happening e anche di film, che esaltavo la creazione indipendente e la salvaguardia della natura.

Negli anni successivi De Lucchi è a Milano, dove incontra Ettore Sottsass, che seguirà nel gruppo Memphis, la cui filosofia possiamo ritrovare nelle parole dello stesso Sottsass:

«Memphis dona agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base di mobili assurdi e monumentali è l’emozione prima della funzione».

In quegli stessi anni collabora con Centrokappa all’organizzazione della mostra Il Design Italiano degli anni Cinquanta, e con i membri di Superstudio; mentre dal 1978 al 1980 lavora e disegna per il gruppo Alchymia.

È il rapporto con Ettore Sottsass che lo introduce negli ambienti più importanti del design industriale italiano: De Lucchi inizia a collaborare con Olivetti, una delle aziende più importanti al mondo nel campo delle macchine da scrivere, delle calcolatrici e dell’elettronica, per la quale progetta gli arredi a marchio Synthesis, per poi diventare successivamente responsabile dell’ufficio design della casa madre, incarico che manterrà fino al 2002 e che lo porterà a firmare il progetto di numerosi computer e articoli per ufficio.

La fine degli anni Ottanta è un momento d’oro per la sua carriera: nel 1989 si aggiudica la progettazione delle filiali Deutsche Bank e viene insignito per la prima volta del premio Compasso d’Oro, per la lampada Tolomeo, disegnata nel 1987 per Artemide.

Negli anni successivi si occupa anche di design in Germania. Pur occupandosi anche di altro, il suo ambito prevalente resta però il design degli interni per ufficio: oltre che per Olivetti, lavora per Enel, Piaggio, Telecom Italia, Hera, e anche per Intesa San Paolo, che gli commissiona le carte di credito e l’allestimento delle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano.

Nel 1990 fonda Produzione Privata, per dare seguito all’esperienza di Memphis e soprattutto per realizzare oggetti sperimentali, liberi da committenza, con la massima libertà espressiva. Si legge nella filosofia di Produzione Privata, progetto che sussiste ancora oggi:

«I progetti di Produzione Privata sono indipendenti dalle logiche del mercato e dell’industria ed hanno origine dal saper fare con le mani tipico dei mestieri artigiani e da una filosofia basata sull’analisi dei bisogni dell’uomo».

Successivamente, Michele De Lucchi si occupa di allestimenti di mostre e di ripensare spazi museali e biblioteche: ad esempio il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il restauro del Museo di Design alla Triennale di Milano e la Fondazione Cini di Roma.

Nel 2001 vince di nuovo il Compasso d’Oro per la stampante Artjet 10 di Olivetti, azienda che lascia nel 2002.

Ed è proprio nel che 2002 inizia ad insegnare, prima allo IUAV di Venezia, dove nel 2004 diventa professore ordinario, e poi dal 2008 al Politecnico di Milano. Dal 2005 cura diversi progetti in Georgia, fra cui il Ponte della Pace, e viene insignito della cittadinanza onoraria georgiana .

Nel 2009 torna ad occuparsi di allestimenti museali, curando quello del Neus Museum di Berlino.

Ancora oggi Michele De Lucchi lavora a diversi progetti e porta avanti Produzione Privata.

E tu, che ne pensi di questo profilo? Conosci le opere di Michele De Lucchi? Dicci la tua nei commenti.