Oggi vogliamo soffermarci sul lighting design, ossia della progettazione della luce – sia naturale che artificiale -in un determinato ambiente.
Cerchiamo di comprendere meglio di cosa si tratta e quali sono gli ambiti in cui può trovare espressione.
Quella del Lighting designer innanzitutto è una vera e propria professione: la tendenza di oggi è la crescita della illuminotecnica da intendersi sia come scienza dell’illuminazione in senso stretto – che contempla la progettazione e la realizzazione delle procedure legate alla installazione di un impianto, del posizionamento delle luci e cavi- sia in senso ampio, come modalità espressiva di creatività, capacità di suscitare emozioni, suggestioni in chi osserva e ne vive lo spazio.
Del resto è ormai risaputo che la luce incide notevolmente sull’ambiente in cui viviamo, riuscendo a generare in noi un senso di benessere psico-fisico, da cui può derivare il desiderio naturale di soffermarci il più a lungo possibile in quel luogo che consideriamo piacevole e di ripetere possibilmente nel tempo quella piacevole esperienza.
La luce ha inoltre il potere di ampliare gli spazi, seppur angusti, di rendere accoglienti stanze seppur poco arredate o di rendere invitante l’ingresso in un locale piuttosto che in un altro, insomma, il trend è in forte crescita e sono tanti gli appassionati che desiderano formarsi e/o specializzarsi in tal senso per essere professionalmente sempre più completi e competitivi nel mercato del lavoro.
Dal canto loro, le aziende più strutturate, ambiscono a disporre nel proprio organico della collaborazione di professionisti poliedrici, in grado di ideare progetti ambiziosi e al contempo capaci di “sporcarsi le mani” e seguirne l’attuazione.
Il Light design trova applicazione in molteplici contesti, basti pensare alla progettazione di sistemi integrati di illuminazione per centri commerciali, negozi, parcheggi, parchi pubblici, piazze o strade così come in contesti abitativi, o per la realizzazione di eventi di interesse artistico o culturale, come concerti musicali, manifestazioni o nei musei, teatri ed anche in studi televisivi.
Si tratta di una figura professionale piuttosto complessa che viene incaricata della progettazione della luce di spazi pubblici o privati; le sue molteplici competenze permettono al professionista di muoversi abilmente e in maniera trasversale dalla fase di progettazione a quella di realizzazione del “progetto luci”.
Professione Lighting Designer: una figura poliedrica
Lighting designer non ci si improvvisa, ci si diventa.
La base di partenza potrà essere la capacità artistica, il disegno tecnico, unita ad una buona dose di curiosità intellettuale e gusto estetico, oppure la competenza prettamente elettrico-tecnica. La formazione del professionista comprenderà elementi di illuminotecnica, ossia la scienza che permette di studiare la luce e il suo comportamento nello spazio, ma anche elementi di fisica, di fotometria, elettrotecnica. Oltre ad una conoscenza dei materiali impiegati nella illuminazione, degli apparecchi e delle loro modalità di funzionamento e installazione, manutenzione. Dovrà conoscere, inoltre, l’utilizzo di supporti informatici quali software per il disegno tecnico CAD, che possano creare simulazioni e rappresentazioni bidimensionali o tridimensionali degli ambienti e software specifici che consentano di simulare l’effetto della luce sulle geometrie, negli spazi e sui volumi, con un certo grado di verosimiglianza. Questo tipo di ausilio informatico diviene molto efficace anche nel preventivare il tipo di impatto emotivo – sensazioni positive o negative, effetto energizzante o rilassante- che la luce avrà sullo spettatore che vivrà quella situazione
In una rappresentazione teatrale così come in uno studio televisivo, ad esempio, il supporto informatico software consentirà ad esempio al Lighting designer di gestire –comodamente seduto- e controllare la funzionalità di tutte le luci, adattandone intensità, fascio luminoso o sfumature cromatiche a seconda del momento, conferendo pathos e intensità drammatica alla scena piuttosto che allegria e leggerezza.
Utile sarà anche la conoscenza di elementi di fotografia, inquadrature e movimento macchina, che consentano al professionista di muoversi liberamente in vari contesti lavorativi. Il professionista inoltre dovrà conoscere le nuove tecnologie LED e i materiali più innovativi.
La formazione prevista per una figura professionale completa contempla anche nozioni di architettura, fisica, ottica, colorimetria.
Analisi del contesto e sinergia
A seconda del contesto in cui andrà ad operare, saranno molteplici le variabili da considerare, come gli spazi su cui intervenire, gli impianti preesistenti, le finalità dell’intervento da realizzare e l’effetto che si vuole ottenere. L’estro artistico andrà contemperato alle reali possibilità della cornice spaziale in cui dovrà agire e nei limiti delle risorse a disposizione. Partendo da un’idea, dovrà essere in grado di svilupparla mediante disegno tecnico del progetto ed effettuare studi di fattibilità, passando dalla scelta di materiali e impianti sino alla fase di cablaggio e installazione.
Una figura a tutto tondo, insomma, che agisce in autonomia seguendo le indicazioni e le esigenze del committente o che collabora in maniera sinergica, con altri professionisti, quali ad esempio architetti, ingegneri, esperti di design, per far sì che il progetto prenda forma e corpo, ma soprattutto, crei nello spettatore finale una cascata di emozioni, vibrazioni, suggestioni.
Quello che conta oggi è comprendere che la luce non è meno importante degli arredi, dei tessuti o del mobilio: una luce ben studiata e adeguata al luogo in cui operiamo comporta minore affaticamento visivo, migliora la vivibilità ed il confort dell’ambiente in cui viviamo e quindi, in sostanza, migliora la qualità della nostra vita!
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